Come ormai ben sappiamo, già nel 2016 il Regno Unito ha dato il via alle trattative per staccarsi dall’Unione Europea e dopo un periodo di transizione, durante il quale sono stati firmati vari accordi in merito alle nuove normative necessarie alla regolazione della futura collaborazione tra gli Stati, il 1° Gennaio 2021 la Brexit è diventata una realtà consolidata.

Naturalmente questo evento ha portato a molti cambiamenti su diversi fronti, uno in particolare: i trasporti.

Che effetti ha avuto la Brexit sui trasporti e la logistica?

Innanzitutto, non essendo più un paese appartenente all’UE, per entrare nel Regno Unito è necessario fare tappa in dogana, perciò – oltre alla solita documentazione – le merci dovranno viaggiare con le relative dichiarazioni doganali, un MRN (Movement Reference Number) e un codice EORI dell’importatore; è fondamentale in tal senso appoggiarsi a istituzioni specializzate evitando così di ritrovarsi in situazioni spiacevoli.

Tutto ciò porta naturalmente ad un allungamento dei tempi di transito della merce, come è accaduto soprattutto nel primo periodo successivo a questo cambiamento, cosa che a sua volta porta all’aumento del costo dei trasporti di quasi il doppio, il che ha creato non pochi danni a molte industrie italiane, dall’agroalimentare all’automotive, costringendo molte aziende ad abbandonare definitivamente l’esportazione verso il Regno Unito.

 

Le norme che regolano i rapporti tra UE e Regno Unito – parliamo sempre di trasporti – non sono tutt’ora ben chiare, è quindi necessario tenersi costantemente informati e appoggiarsi a professionisti in grado di dare il giusto supporto così da affrontare ogni operazione nella maniera più fluida possibile.

D’Arsiè Manuela

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