Guerra in Ucraina: le conseguenze per i trasportatori

Nell’ultimo periodo, l’argomento più discusso su ogni telegiornale è stato – e continua ad essere – il conflitto Russia – Ucraina. Una delle principali conseguenze è proprio l’aumento dei prezzi di gasolio e benzina, che colpisce in particolar modo il settore dei trasporti. Con il carburante che ormai supera i due euro al litro, le aziende che si occupano di trasporto su strada stanno avendo non pochi problemi, poiché oltre a dover, per forza di cose, aumentare i prezzi ai propri clienti, hanno un ulteriore problema: la mancanza di autisti, molti dei quali sono stati costretti a tornare nel proprio paese d’origine per prendere parte al conflitto.

Nonostante i Paesi Europei abbiano cercato di far fronte ai continui rincari diminuendo le accise e riducendo i costi del carburante di qualche centesimo, la fluttuazione dei prezzi nei trasporti rimane, problema che di conseguenza affligge tutta la catena di distribuzione.

Un ulteriore effetto derivante da questo conflitto è il blocco degli scambi tra Europa e Russia; le sanzioni adottate contro la Russia hanno portato molte aziende a interrompere i trasporti da e verso le zone di guerra, causando diverse difficoltà a livello logistico e commerciale.

Come si potrebbe affrontare il problema?

La crisi in cui ci troviamo oggi ancora una volta fa riflettere, e sposta l’attenzione sulla necessità di raggiungere nel più breve tempo possibile un futuro più sostenibile, attraverso lo sviluppo di un trasporto “green”, che anche se non rappresenta una soluzione definitiva sarebbe un grande passo avanti a livello globale.

D’Arsiè Manuela

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